Sostenibilità

Ogni anno l’inquinamento uccide 150mila persone

A rischio soprattutto i paesi in via di sviluppo

di Giovanni Molaschi

Nell?ambito della Terza Conferenza mondiale sul futuro della scienza è stato reso noto il numero delle vittime causate dall?aumento delle temperature, causato a sua volta dalla massiccia presenza di inquinamento.
Secondo l?Organizzazione Mondiale della Sanità (l?OMS), ogni anno circa 5 milioni di persone si ammalano per gli sbalzi climatici; di queste 150000 non riescono a sopravvivere.

?Il surriscaldamento terrestre ha sulla salute effetti diretti e indiretti – ha dichiarato il biologo statunitense Richard Klausner (oggi impegnato come special advisor) – è causa diretta dell’aumento o dell’aggravarsi di malattie cardiovascolari, respiratorie e infettive. Inoltre indirettamente provoca l’aumento delle forme infettive trasmesse attraverso gli insetti, come ad esempio la malaria. Le alterazioni nell’ecosistema degli insetti stanno infatti provocando una grande diffusione di questa malattia, che già oggi è la forma infettiva che crea più vittime nel mondo. Va inoltre considerato che gli eventi climatici estremi, come cicloni, tsunami e così via, che si intensificano a causa del surriscaldamento, provocano conseguenze sia acute che croniche sulla salute umana, a causa dei danni ai servizi e alle strutture sanitarie, della riduzione della fornitura di acqua pulita e del diffondersi delle infezioni. Anche in Europa si è verificata di recente, nel 2003, un’ondata di calore che ha provocato parecchi morti.
Nel caso europeo ? precisa lo scienziato – sono state colpite solo le persone già a rischio: tuttavia è ovvio che dove invece già esistono situazioni ambientali critiche, la più facile esposizione alle malattie causata dagli eventi climatici rende tutti più vulnerabili. Fra gli effetti indiretti va anche considerata l’alimentazione, da cui dipende in gran parte la salute umana.
Le crisi di siccità in Africa danno un’idea delle conseguenze profonde sulla salute causate dalla ridotta produttività agricola e dalla conseguente scarsità di cibo?.

Oltre allo studioso americano, alla convention era presente anche l?oncologo Umberto Veronesi.
?L’impatto delle variazioni climatiche sulla salute è forte soprattutto nei Paesi emergenti ? ha reso noto l?ex Ministro della Salute. L’Occidente deve fronteggiare emergenze sanitarie diverse, per lo più legate ai comportamenti individuali. Per esempio, i tumori in aumento non sono legati alle variazioni ambientali, ma ad altri fattori che stiamo identificando sempre meglio, come i virus oncogeni o gli errori alimentari. I tumori polmonari, viceversa, sono in diminuzione.
Tutti vivremmo mediamente meglio in un ambiente più pulito e in un clima più piacevole, ma per ammalarsi di meno il punto più importante è imparare a proteggersi con comportamenti che riducano il rischio e controllarsi regolarmente?.


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